Ciao Amici!
Si, lo so cosa pensate: “A volte ritornano” 😉 e vi dirò di più, ritorno alla grande, con il mio argomento preferito!
Oggi vi parlerò di . . . si, cibo. Anzi vi parlerò della tradizione della famiglia Poggi a tavola nel giorno di Pasqua.
La nostra Pasqua è tradizionale, in famiglia. La trascorriamo tutti gli anni da zia Elia, la sorella di papà Salvatore – che certamente avrete conosciuto nel suo racconto sui primi anni di vita del San Salvador.
Zia Elia, da brava azdora romagnola ci prepara un menù tradizionale romagnolo, che soddisfa tutti i gusti.
Il primo piatto è a scelta (poi c’è chi come me assaggia un po’ di tutto) tra cappelletti in brodo e cannelloni.  I cappelletti, qui in Romagna rappresentano il piatto delle feste.  Infatti, se ben vi ricordate vi avevo svelato la ricetta durante il Natale.
Per secondo, la cucina di zia Elia ci propone una scelta fra due piatti di carne.  Il primo, l’agnello in umido, viene preparato con il bollito della carne utilizzata per cucinare il brodo.  Invece, l’altro secondo è il coniglio al tegame.  Questo è di gran lunga il mio preferito.  E oggi vi svelo la ricetta (shhhhh, non lo dite a zia Elia!) del suo coniglio in tegame per 4 persone.
Partiamo – come sempre – dagli ingredienti:
- un coniglio tagliato in 6 pezzi
- uno spicchio di aglio
- 4 foglie di alloro
- un bel rametto di rosmarino
- 2 cucchiai di strutto
- olio extra vergine
- sale e poco pepe
- un bicchiere di vino bianco secco.
Adesso andiamo con il procedimento. Per prima cosa, dobbiamo tagliare il coniglio tagliato a pezzi e metterlo in un tegame, facendolo cuocere a fuoco basso – 5 minuti per parte, per fargli fare l’acqua – coprendo con il coperchio. Scolata l’acqua – possiamo aggiungere l’aglio, il rosmarino, l’alloro, il sale, il pepe, i due cucchiai di strutto e un filo di olio extra vergine.
Una volta che il nostro coniglio si è rosolato, possiamo dargli una spruzzatina di vino bianco fermo e continuare a cucinarlo fino a che non sarà evaporato.
Et voilÃ
La scelta del contorno è affidato a papà Salvatore.  Ogni Pasqua, sceglie dalla sua campagna le verdure più mature da portare in tavola gratinate.  I cardi e i gobbi arrosto non mancano mai, da quando ero bambino!
Il pranzo lo concludiamo in dolcezza con il porcospino. Â Ve la ricordate la ricetta?
Nel video è proprio zia Elia – con la collaborazione mia e di zio Giorgio – a prepararlo.
. . . che altro aggiungere?
Un augurio. L’augurio di una serena Pasqua a tutti voi che ci leggete, da tutti noi del San Salvador.
A presto, un abbraccio da Bellaria Igea Marina,
Federico